Simona Vigo CounselorIl mio percorso è cominciato con l’incontro con la Filosofia: un colpo di fulmine, al liceo. Come disse Platone: un fuoco che si accende e se è autentico continuerà a divamparti dentro, per sempre… così è stato in effetti.

Dal principio sono rimasta colpita dai filosofi “della natura”: Talete, Anassimandro, Anassimene e il grande Eraclito di Efeso che aveva cominciato a parlare di logos e di anima. L’ incontro fatale è stato però con Socrate e il suo famoso monito: “prenditi cura della tua anima”, “ascolta sempre il tuo daimon” (maestro interiore, cuore occulto, spirito di saggezza), “Non smettere mai di cercare la Verità, e quando pensi di averla trovata, sottoponi tutto al dubbio e ricomincia da capo: saggio è colui che sa di non sapere”; “Di la Verità sempre, anche se ti conduce alla morte”, e così fu per Socrate come per altri filosofi dopo di lui. Non mi sarei mai più liberata da questi ammonimenti. La morte che talvolta ci attende nella ricerca della verità non è necessariamente quella fisica, come ai tempi di Socrate, può essere la morte delle nostre abitudini, dei nostri alibi, dei nostri pretesti, a volte persino dei nostri sogni, delle nostre tranquille rassicurazioni, protezioni, certezze, sicurezze. Questo è il rischio di chiunque si metta sulla via dell’evoluzione interiore e della realizzazione spirituale.

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Padroneggiare un fuoco interiore richiede una grande abilità…non si impara mai una volta per tutte e talvolta si finisce per scottarsi, ma esiste sempre un unguento adatto a riprendere il cammino: la volontà, la fermezza del proprio intento, la pazienza, il coraggio, l’umiltà, il rigore, la disciplina, la compassione, la capacità di accettazione e fiducia.
L’interrogazione sull’origine dell’Universo, sui misteri dell’anima e la ricerca di una via per una comprensione della coscienza umana, della sua sofferenza e delle sue risorse sono state le mie domande guida nello studio e nella ricerca. Così all’Università è arrivato un altro grande colpo di fulmine: la psicanalisi freudiana prima e la psicologia junghiana e archetipica più tardi. Entrambe esplorano la coscienza cercando di fornire strumenti per alleviare il dolore dell’anima ma soprattutto per comprenderla ed onorarla.
Dopo la laurea, parallelamente a diverse attività professionali, ho approfondito per molti anni gli studi di psicologia archetipica di orientamento Junghiano partecipando a numerosi seminari teorico-esperienziali sugli archetipi della coscienza e l’evoluzione interiore e mi sono impegnata per alcuni anni in percorsi di analisi personale sia freudiana che junghiana. Ho frequentato per diversi anni classi di Bioenergetica per integrare il lavoro corporeo ai processi di trasformazione interiore.

L’incontro con la Psicologia Transpersonale ha sancito il passaggio dalla ricerca all’esperienza. La conseguente formazione in Counseling Transpersonale, comprensiva di un ulteriore percorso di analisi finalizzato alla professione, ha realizzato il mio desiderio profondo, maturato in molti anni, di essere di sostegno alle persone nei loro processi di trasformazione e di sofferenza mettendomi a loro servizio attraverso competenze professionali accreditate.

Il Counseling Transpersonale mi ha permesso di integrare la ricerca filosofica con l’esperienza interiore, la conoscenza dei modelli epistemologici della coscienza con l’acquisizione di una metodologia operativa (biotransenergetica) in grado di offrire rispetto, presenza, ascolto e sostegno ai processi di sofferenza e realizzazione personale.
Un’altra mia grande passione è l’Arte, approfondita dagli studi di Filosofia Estetica.
Ero, e sono, un’appassionata “osservatrice” di arte, non un’artista. Ho avuto però, l’opportunità e la fortuna di trasformare, per un periodo, questa passione in un’esperienza professionale strutturata durata dieci anni, lavorando come curatore e responsabile di una galleria di Arte Contemporanea a Milano. Gli artisti, in un certo senso, sono stati i miei primi “maestri” di counseling. Mi hanno insegnato la presenza silenziosa davanti all’atto creativo. L’osservazione attenta e concentrata che porta all’intuizione e alla “visione” come possibilità di andare oltre i confini di ciò che semplicemente si sta guardando. Non basta guardare, bisogna “vedere”.
Quel riuscire a “vedere” per me è rimasta una risorsa fondamentale nella relazione di counseling. Nel counseling, come nell’Arte, si tratta di vedere l’anima attraverso la forma in cui si manifesta, lo spirito oltre la materia.
Ai racconti degli artisti con cui ho lavorato, alla loro compagnia, alle nostre conversazioni, alle loro opere, a molte delle quali ho assistito in fase creativa, devo, in parte, la mia decisione di intraprendere la formazione in counseling. Grazie a loro ho incominciato a “vedere”. Grazie alla Biotransenergetica ho imparato a “sentire”. Grazie al lavoro quotidiano di counseling si può imparare ad integrare il vedere, il sentire e l’agire con consapevolezza e umiltà.